Da inizio corsa al capolinea
Siamo tutti sullo stesso treno. Chi in piedi augurando a chi vicino una pronta discesa, chi comodamente seduto, chi dialogando in quello spazio che vi è tra le porte di uscita ed il nuovo e splendente cartello delle nuove sanzioni per chi provi a viaggiare senza bianco lungo e convalidato titolo di viaggio. Tutti dalla seconda alla quarta classe insieme amorevolemente. Ed è particolarmente curioso notare come cambi lo scenario da seduti in senso di marcia o in senso contrario, lo stesso consciuto scenario prende pieghe clamorosamente diverse, si può così vedere il dietro delle cose, più bello o brutto dell'originale.
E capita una suora cingalese in piedi per un lungo periodo, con la sua borsetta acetata celeste carica non si sa mai di cosa sempre in mano, mai appoggiata al suolo, sempre ancorata stretta a sè. Cosa mai porterà di così prezioso, la gente sussura, la gente si chiede. E qualcuno getta là qualche ipotesi, nella durata del viaggio troppo spesso incorniciata da cuffiette e cellulari. Io la mia ipotesi l'ho fatta: conserva gelosamente le coscienze degli italiani, manipolate e guidate da una gerarchia ecclesiastica sempre pronta oramai ad intervenire in periodici, televisione, quotidiani. La scomunica ricade ora sugli uomini politici che, contro coscienza (come se la coscienza fosse qualcosa di oggettivo e imponibile nei suoi comportamenti), ipotizzassero anche solo lontanamente la concessione di diritti civili, umani, logici. Una borsa carica di coscienze, e chissà se non si tratti di una borsa thermos, conserva meglio e più a lungo, si sa.
Credo pensassero lo stesso tutti o quasi i frequentatori del vagone, insolitamente cattivi nel non fare accomodare una donna di Chiesa, nel farLe portare fino in fondo il peso di quel momento, di quella situazione. Non pensavo lo stesso io, assorto come ero da cuffiette e cellulare.
Ma eravamo nello stesso treno, tutti, chi in piedi e chi seduti, chi dialogando e chi assorto. Chi scendendo prima e chi dopo. E chi fermava al medioevo. A scaricare.
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