20070918

Nulla di che

Dopo due giorni di duro lavoro posso finalmente considerarmi un ufficiale pubblico.
Le guardie giurate che mi chiamano per nome all'ingresso consentendo la mia apparizione velata tra ale di sudamenricani e turisti nostrani senza un benchè minimo accenno di portafogli. Se li mangia uno per uno il metal detector a quelli, e li risputa quasi sempre, mordere il ferro non fa bene si sa. Io invece sono accolto dalla forza pubblica italiana, in alta uniforme e intermedi saluti, sempre pronto ad affogare le occhiaie in una buona tazza di caffè
come non si trova a Madridde.
La gara inizia presto qua in capitale: si gioca allo stagista che arriva prima, allo stagista che fa più domande senza senso e allo stagista che dice per primo "Sì", con larghi movimenti verticali della testa in questione seguiti da istintivi gesti compiaciuti dell'interlocutore.
Per il resto sono orgoglioso di aver finalmente rispolverato la mia collezione autunno inverno da sindacalista della coldiretti, freme per essere indossata ma per ora mi limito a suavi celesti o blu, alla Cucuzza o alla Charlton Eston. Più al secondo direi.
Ufficiale pubblico e collega dei colleghi, burocrazia e pause caffè con la forza pubblica, ancora il sole e fresco di mattina e caldo di giorno, allora se esci ci vediamo, certo che sì (non credo, credi di essere simpatico ma sei italiano...)
Ieri sono entrato con El Pais sottobraccio, oggi con un giornale della metro, domani conto di comprare
Libero o Il Giornale.

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